Da V2 a V4 dalla tradizione all’evoluzione

Con la presentazione della nuova V4 si completa un cambiamento radicale per Ducati Multistrada che porta all’estrema evoluzione il concetto di “4 moto in una” introdotto con la versione del 2010 costruita intorno al testastretta 11° dopo la controversa, dal punto di vista estetico, serie dotata del classico bicilindrico due valvole.

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Nuovo corso Ducati

Photo: Courtesy of Ducati Motor

Con il V4 MY2021 il salto generazionale si fa ancora più evidente, ci ritroviamo MTS più compatta ed equilibrata costruita intorno a un novo motore che accontenterà i molti Multistradisti in cerca della maggior fluidità che un bicilindrico di grande cubatura non può dare agli stessi livelli.

L’unità a 4 cilindri, cuore della #V4Granturismo eroga 170cv e arriva ad un notevolissimo limite di 60000 km come intervallo di manutenzione programmata.

Il nuovo motore costituisce un progetto innovativo che eredita una serie di soluzioni di derivazione V4 Panigale come l’albero motore controrotante e la sequenza degli scoppi che, anche a livello di sound, la distinguono dai molti 4 cilindri sul mercato ma, novità importante, fà a meno della distribuzione desmodromica che è il simbolo distintivo del brand Ducati dai tempi dell’Ing. Taglioni.

Cosa pensano i Ducatisti

Raccogliendo le prime impressioni, per ora ancora emotive, emergono due considerazioni abbastanza polarizzate e spesso in moderato conflitto.

La Multistrada V4 piace nel suo insieme, apprezzate anche soluzioni di elettronica avanzata come prima moto di serie ad adottare il radar, cornering ABS e sospensioni skyhook oltre al completo pacchetto sicurezza, ma si registra qualche critica dai puristi affezionati alla tradizione che, fino a qualche anno fa identificavano una Ducati da “telaio a traliccio, bicilindrico a L e desmodromico”.

Per loro, che avevano mal digerito prima l’abbandono del telaio a traliccio su alcuni modelli e poi anche il passaggio al V4, dire addio anche il desmo non più presente sul V4 Granturismo risulta un po traumatico.

Per i tradizionalisti l’abbandono dei tratti caratteristici è un problema di percezione del marchio, infatti non sono rari commenti come “non è più una Ducati”, è anche vero però che per stare un passo avanti alla concorrenza bisogna essere disposti ad affrontare momenti di rottura. Vedremo come il mercato dei macinatori di chilometri accoglierà questo nuovo corso.

Di Sal

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