In un’epoca dominata dalle moto naked, sembra strano parlare di moto completamente carenate che nascondono la meccanica sotto un design innovativo. Eppure, negli anni ’80, qualcosa di straordinario c’era: la Ducati Paso.

Ducati Paso 750
Paso 750 – Courtesy Ducati Motor

Un’Invenzione di Massimo Tamburini

Era il 1985 quando vidi la Ducati Paso per la prima volta al Salone di Milano. Era lì, bellissima e particolare per l’epoca, soprattutto senza specchietti, che sarebbero stati aggiunti in seguito per la produzione. Un capolavoro uscito dalla mente e dalla matita di Massimo Tamburini, a cui va tutto il mio rispetto per le meraviglie che ci ha regalato negli anni.

Paso 750 al Salone di MIlano 1985

Un Progetto Rivoluzionario

Paso EICMA 85

La rottura con il passato era evidente. Ducati usciva da un periodo piuttosto difficile, segnato da modelli iconici come il Pantah, che però erano ormai stati superati dalla concorrenza e non riuscivano più a tenere il passo con le nuove esigenze del mercato e degli appassionati di motociclette.

La Paso rappresentava qualcosa di completamente innovativo e rivoluzionario. Avvolta nella sua carena integrale, nascondeva abilmente la meccanica avanzata e un telaio composto da tubi quadri di acciaio al cromo-molibdeno, che sostituiva il tradizionale traliccio del Pantah. Inoltre, sfoggiava un forcellone in alluminio dotato di eccentrici per la regolazione precisa della tensione della catena, un dettaglio che rappresentava un vero capolavoro per gli appassionati di motociclette e per chi apprezzava la perfezione tecnica.

Caratteristiche Tecniche e Guida

I cerchi da 16 pollici con pneumatici 130/60 e 160/60 le conferivano un aspetto visivamente basso, ma davano caratteristiche di guida non apprezzate da tutti. La combinazione di queste dimensioni, infatti, influenzava la percezione visiva della moto, rendendola più schiacciata verso il suolo. Avendola guidata, posso dire che soprattutto il cerchio anteriore da 3,75″ era forse troppo largo, limitando la maneggevolezza nonostante i 16″. Questa larghezza aggiuntiva del cerchio anteriore influiva negativamente sulla facilità di sterzata, rendendo la guida meno agile. Tuttavia, la stabilità era eccezionale, offrendo una sensazione di sicurezza su strada.

Il comparto sospensioni era interamente Marzocchi: un DuoShock completamente regolabile e una forcella M1R con sistema anti-dive, che non sembrava influenzare molto il comportamento dell’avantreno. Il motore era il classico Pantah bicilindrico a L due valvole con distribuzione desmodromica, aggiornato con raffreddamento aria-olio.

Il Problema della Carburazione

L’alimentazione del motore era assicurata da un carburatore Weber 44DCNF a doppio corpo, il quale causava numerosi problemi ai proprietari della Ducati Paso. I buchi di carburazione e le difficoltà nella regolazione inducevano molti motociclisti a cercare soluzioni alternative. La scelta più comune fu quella di sostituire il carburatore originale con i carburatori Dell’Orto PHF36B, che riuscivano a risolvere efficacemente il problema, migliorando così le prestazioni complessive della moto.

Paso 906 LarRan, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

La 906 fu l’evoluzione naturale della Paso 750 realizzata con l’uso dei carter motore derivati dall’851 con i cilindri alettati ma raffreddati a liquido e le teste a due valvole per una cilindrata di 904cc. Furono mantenuti i cerchi da 16″ e il carburatore Weber.

OceanProd – stock.adobe.com

La versione per il mercato US, ne sono arrivate alcune anche in Italia, aveva fanale posteriore rosso, le frecce posteriori esterne, sella e maniglia/spoiler neri e rifrangenti laterali su forcella e sottocodino.

907 I.E. Craig Howell from San Carlos, CA, USA, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

I problemi di carburazione e indotti dalle dimensioni di pneumatici e cerchi sono stati risolti con la 907 I.E., che adottava l’iniezione elettronica con centralina Weber-Marelli P8 e cerchi da 17 pollici, garantendo una guida più fluida e al passo con i tempi.

La Concorrenza e l’Evoluzione del Design

Nel 1987, Honda lanciò la CBR 600 F, una sportiva di media cilindrata completamente carenata, concorrente diretta della Kawasaki GPZ 600 R.

La prima CBR 600 F 1987-1990 Banan van Dyk, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Anche Suzuki e Bimota seguirono questa tendenza con modelli come la GSX 600 F e la Bimota DB1, quest’ultima disegnata attorno al bicilindrico desmodromico a L di Ducati.

Photo By Salvatore Caputo

In conclusione, la Ducati Paso è stata un’icona rivoluzionaria degli anni ’80, una testimonianza del genio di Massimo Tamburini e un pezzo significativo nella storia del motociclismo. Oggi, il Paso 750 può essere considerato un pezzo da collezione che si può trovare a prezzi ancora contenuti, anche se è difficile trovare ricambi, in particolare gli pneumatici di misura giusta, ormai fuori produzione. 

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Di Sal

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